Innovare è doloroso e glissare su questo aspetto o fingere che non lo sia è un rischio che nessun’azienda può né deve correre. 

L’innovazione va spesso di pari passo con ansia e stress, ma quella vincente, quella che lascia un segno è dolorosa perché è una continua tensione verso il superamento dei propri limiti. 

Lo sanno bene le Google e Apple di turno e chi contribuisce a far sì che, innovando, continuino a mantenere il proprio vantaggio competitivo.  

Sono tre gli aspetti che secondo Michael Schrage, ricercatore all’ MIT Sloan School’s Center for Digital Business, costituiscono l’identità dell’innovatore: la capacità di gestire il dolore, un’elevata soglia di tolleranza al dolore e la capacità di discernimento.

Gestire il dolore significa saper rispondere ad un evento avverso ed imprevisto senza lasciarsi sopraffare attuando la mossa successiva.

Concretamente può voler dire prendere delle decisioni che sfidano lo status quo e l’attaccamento emotivo a processi consolidati. È doloroso perché comporta mettere in discussione il proprio metodo di lavoro, imparare nuovi approcci e contemplare il rischio che qualcosa non funzioni.

L’elevata tolleranza al dolore è una qualità che accomuna atleti agonisti ai più alti livelli e innovatori di punta. In quella che si configura come una battaglia quotidiana con se stessi per essere migliori rispetto a ieri, è noto che l’espressione “Out of your comfort zone” è un eufemismo perché la realtà e che per migliorarsi bisogna soffrire. 

È bene sottolineare il fatto che non necessariamente il progresso passa per il dolore né il dolore è un segnale inequivocabile di miglioramento e qui entra in gioco la capacità di discernimento: come un atleta impara ad incorporare il dolore buono nel proprio allenamento e si allena con l’obiettivo di aumentare la propria resistenza, così chi fa innovazione sa che deve confrontarsi con quel dolore buono che è necessario al progresso.

L’innovatore che punta a trasformare un settore, a passare da zero a 1, per dirla con le parole di Peter Thiel, sa distinguere il dolore che porta al miglioramento e al successo da quello infruttuoso e inutile.

Come viene gestito il dolore insito nell’innovazione?

Quali esercizi e pratiche possono essere adottate per aumentare la tolleranza al dolore dell’innovazione?

Come imparare a distinguere i due tipi di dolori?

L’articolo originale è disponibile al seguente link:

https://hbr.org/2012/07/managing-the-pain-of-innovatio