Sottotitoli e apprendimento linguistico: un approccio controintuitivo

Ecco come si impara il lessico di una lingua straniera in modo controintuitivo:

un approccio pratico ed estremamente fruibile adatto a chiunque voglia imparare seriamente il lessico di una lingua straniera senza essere serio e senza limitarsi al cibo precotto e insipido di Babbel o altre applicazioni simili.

Una breve premessa sul perché è preferibile godersi una seria TV o un film senza la smania di dover imparare qualcosa ad ogni costo. In altre parole, disattivate quei dannati sottotitoli e seguite con attenzione la storia e i dialoghi tra i personaggi senza interrompere il video ogni 5 minuti. Guardare un film in una lingua straniera, specie quando si è alle prime armi, può essere molto difficile e spesso causa di frustrazione perché, detto francamente, non ci si capisce una mazza. Allora cosa faccio? Attivo i sottotitoli che apparentemente mi aiutano a capire cosa sta succedendo. 

Consiglio spassionato: se volete davvero coniugare piacere e dovere, relax e apprendimento, godetevi la puntata o in lingua originale o nella versione doppiata come primo passo senza preoccuparvi di come non stiate sfruttando al meglio il vostro tempo in assenza dei tanto bramati sottotitoli. Mentre guardiamo un film, i sottotitoli sono un intralcio perché ci distraggono e finisce che perdiamo il filo della trama e, cosa ancora peggiore, non sappiamo rispondere alla domanda trabocchetto di nostra moglie che subito ci riprende: “vedi, sei distratto, lo sapevo!”. 

Perché accade ciò? Perché osservando la parola sullo schermo, ci illudiamo di comprenderla, ma nel momento in cui sentiamo la stessa parola in un altro contesto senza il supporto visivo, brancoliamo nel buio. Si tratta della tipica illusione di competenza che si verifica quando, a forza di rileggere o ripetere, credo di aver capito qualcosa, ma nel momento in cui chiudo il libro o non ho più gli appunti sott’occhio, casca il palco.  

DOPO AVER VISTO un film o un episodio della vostra serie TV preferita, vi invito a recuperarne i sottotitoli (https://www.opensubtitles.org è un’ottima fonte) e a tradurli. 

L’obiettivo non è la traduzione fine a se stessa, bensì la graduale presa di coscienza dei meccanismi espressivi della lingua che state studiando attraverso lo studio del dialogo che è forse la modalità comunicativa più adatta all’apprendimento linguistico.

Traducendo questa particolare tipologia testuale, lavoriamo contemporaneamente su più fronti: grammaticale, sintattico, espressivo e lessicale. 

La traduzione, inoltre, ci aiuta a costruire un corpus parallelo che è utilissimo al confronto interlinguistico. 

Un altro aspetto che vale la pena di sottolineare è l’allenamento della memoria linguistica all’interno di un contesto emotivo. Tutte le emozioni che il film ha suscitato in me agevolano l’assimilazione delle informazioni linguistiche creando un legame forte tra significante, significato e referente. In altre parole, l’associazione di stimoli visivi (le azioni dei personaggi) e uditivi (ciò che dicono i personaggi) facilita la memorizzazione di espressioni, parole e modi di dire che, sebbene inizialmente siano legate ad una particolare scena, col passare del tempo se ne dissociano e permangono nella memoria di lungo termine. A questo punto, basterà ritornare con la mente a quella specifica scena per attivare il ricordo linguistico.

Si parte dal particolare (cosa viene detto in quale scena) per fare delle ipotesi sull’uso e il significato di un’espressione linguistica in un contesto più ampio. Questo è il processo induttivo che adotti in fase di decodifica/traduzione. 

Così facendo, avrò a mia disposizione un ricco repertorio lessicale da riaddattare di volta in volta alle diverse circostanze. In questo caso sto adottando il percorso inverso: dal generale al particolare.