Quanto tempo mi serve?

Lo studio di una nuova lingua non dovrebbe né potrebbe impegnare tutto il nostro tempo libero perché ci sono il lavoro, la famiglia, le spese, i lavori domestici e tutta una serie di altre attività che richiedono la nostra attenzione.

Lo scopo non è quello di lasciare tutto per imparare una lingua ma far sì che lo studio di una lingua diventi una parte costitutiva della nostra quotidianità.

Il tempo da dedicarci è soggettivo e dipende in gran parte dal livello e dagli obiettivi di ciascuno. In uno scenario ideale abbiamo a disposizione un’ora al giorno specie all’inizio quando l’entusiasmo è alle stelle. Ma all’interno di quell’ora c’è ampio margine di flessibilità.

Impegnare un’ora al giorno non significa necessariamente una sessione filata di 60 minuti in un’unica soluzione. Sarebbe di gran lunga più produttivo se potessimo scomporre quest’ora in intervalli più brevi da distribuire nell’arco della giornata.

È più facile conservare la motivazione facendo sessioni brevi anziché lunghe sedute di studio, inoltre diamo tempo alla mente di riposarsi e assimiliamo le informazioni più efficacemente alternando nel corso della giornata un apprendimento di tipo concentrato e di tipo diffuso. 

Infine distribuendo lo studio nel corso della giornata, in caso di imprevisti, se devo perdere una sessione, posso compensare con quelle restanti.

Lo schema 15/30/15

Suddivido l’ora di studio in 3 intervalli: 15 minuti a colazione, 30 minuti a pranzo e altri 15 minuti dopo cena.

15 MINUTI MATTUTINI: RIPASSO #2

Ripasso gli appunti della sera precedente e verifico quanto ricordo dopo averci dormito su. Tutto ciò che non ricordo dovrà avere priorità nella sessione successiva.

30 MINUTI POMERIDIANI: STUDIO

Dedico la sessione più lunga all’acquisizione di nuove informazioni, alle esercitazioni, alla lettura di materiali didattici, alla pratica dell’ascolto, ecc.

15 MINUTI SERALI: RIPASSO #1

Questa è la prima occasione per ritornare sui contenuti studiati a mezzogiorno. Faccio in modo di rinfrescare lessico e grammatica e mi appunto tutto ciò che non ricordo che sarà oggetto di ripasso la mattina successiva.

Questo schema funziona perfettamente se ripetuto giorno dopo giorno ma esistono anche altre alternative.

3 giorni di attività alternati a 4 giorni di pausa

Lo schema 15/30/15 funziona bene anche alternando 3 giorni di studio e 4 giorni di pausa nei quali mi ritaglio qualche minuto per rivedere le ultime cose che ho studiato, rileggere un articolo o riascoltare l’episodio di un podcast.

I giorni di pausa sono funzionali al consolidamento delle informazioni perché, abituando la mente a lavorare ad intervalli regolari, facilitiamo la formazione dei ricordi.

Il cervello umano, infatti, è un prodigio di efficienza se ne conosciamo un po’ il funzionamento. Ripetendo un input- una parola, una formula, o qualsiasi altro dato da memorizzare- troppo frequentemente e ad intervalli troppo ravvicinati, il nostro cervello ipotizza che tale informazione verrà ripetuta con la stessa frequenza ed intensità nell’arco del tempo e quindi non si cura di memorizzarla. Nel momento in cui si smette di ripetere, il dato viene rimosso.

Viceversa, se ripeto una certa informazione poco spesso e ad intervalli troppo lontani tra loro, il cervello presuppone che la cosa non sia poi così importante e quindi tende ad eliminarla.

Il segreto è individuare il numero minimo di ripetizioni necessarie e la frequenza ottimale a trasferire un’informazione alla memoria di lungo termine.

Questione di abitudini

Il modo di gran lunga più efficiente di gestire il tempo che abbiamo a disposizione è la formazione di abitudini su cui poter contare perché la decisione di dare spazio ad una certa attività non sia più soggetta agli eventi o all’umore del momento.

Più di ogni altra cosa, è l’atteggiamento l’elemento da cui partire per formare buone abitudini permanenti. A seguire qualche buona pratica da seguire per creare nuovi ritmi quitodiani.

SOGNA IN GRANDE, PENSA IN PICCOLO

Credo fermamente che i traguardi che mi sono posto siano raggiungibili e so che ogni ombra di dubbio limita le mie capacità di centrare l’obiettivo. Mi immagino già in cima alla vetta, là dove voglio arrivare e ricordo a me stesso quanto ardentemente lo desideri. Questa è la mia visione di lungo termine, il sognare in grande.

Per colmare la distanza che mi separa dalla meta, penso a tutti i passi necessari a raggiungerla. Qui è dove penso in piccolo stabilendo delle soglie di apprendimento su base quotidiana e settimanale che mi impongo di rispettare.

Si tratta di obiettivi realistici, raggiungibili ed incrementali il raggiungimento dei quali mi motiva e mi sprona a continuare con lo stesso ritmo giorno dopo giorno. Concentrandomi su queste tappe intermedie, faccio in modo che lo studio o qualasisi altra attività diventi una prassi quotidiana. Nulla die sine linea.

COMPORTAMENTI CONCATENATI

Anziché forzare quella che è una routine già consolidata, ne sfrutto la prevedibilità semplicemente aggiungendo qualche anello di collegamento tra due attività consecutive senza per forza di cose rinunciare a qualcosa.

Immaginiamo che la mia giornata tipo si componga di una sequenza di comportamenti di questo tipo:

Rientro dal lavoro => Preparo il tè => mi cambio => faccio ginnastica => preparo la cena => ceno => leggo un po’ => vado a dormire.

Evitando l’ora di cena, posso ritagliarmi una mezz’ora tra il rientro dal lavoro e la ginnastica da dedicare allo studio.

Così facendo, non solo faccio in modo che l’apprendimento di qualsivoglia materia diventi parte integrante della mia giornata, ma so esattamente cosa devo fare e quando.

MI CONCENTRO SULL’ESSENZIALE

L’eccesso di opzioni può disorientare e distogliere chiunque dal proprio obiettivo. Prendere una decisione, per quanto essa sia banale -dal cosa mangio questa sera al cosa mi metto domani per andare al lavoro-, richiede tempo e impegna energie mentali, risorse preziose che potrei usare per avvicinarmi al mio obiettivo.

Se mi sono prefissato l’obiettivo di padroneggiare l’inglese entro un certo arco di tempo, devo attenermi scrupolosamente al programma quotidiano e automatizzare il può possibile tutto ciò che non è essenziale.

RIMUOVO GLI OSTACOLI

Quali sono gli ostacoli che mi impediscono di stare al passo con il piano d’azione quotidiano e settimanale, a quali scuse mi aggrappo per giustificare l’incostanza nello studio?

Faccio un elenco di tutti i possibili ostacoli che mi rallentano- non ho uno spazio dove studiare, non trovo il libro che mi serve, sono stanco, ecc.- e per ciascuno di essi penso ad una soluzione concreta e facilmente attuabile.