Cuore, pensiero ed azione

Nel suo libro “Coherence: the secret science of brilliant leadership”, il Dott. Alan Watkins torna a più riprese sulla straordinarietà del cuore umano che colloca al centro di tutto il nostro potenziale non solo a livello metaforico ma profondamente fisico. 

Le più recenti ricerche medico-scientifiche mettono in luce quattro aspetti fondamentali del cuore: 

  • è molto di più di una pompa
  • è il più potente generatore di impulsi del corpo umano
  • è dotato di un “cervello” proprio 
  • è un sintetizzatore di ormoni

Nell’articolo precedente ho fatto cenno ai primi due aspetti. Passiamo ora agli ultimi due e vediamo come gettare le basi della coerenza cardiaca da cui derivano maggiore energia, vitalità e migliori prestazioni cognitive.

Dall’inizio degli anni 90’ sappiamo che il cuore è dotato di cellule nervose pressoché identiche a quelle del cervello e di una fitta rete di diversi tipi di neurotrasmettitori, proteine e neuroni.

Se era noto che disponesse di un sistema conduttore con il quale le cellule pacemaker trasmettono gli impulsi a tutte le altre cellule cardiache e che permette la sincronizzazione delle cavità per garantire il pompaggio del sangue, non si sapeva che potesse contare su un vero e proprio sistema nervoso sufficientemente sofisticato da meritarsi il titolo di “piccolo cervello” (Arnetz and Ekman, 2008).

Il fatto che il cuore fosse dotato di una intelligenza propria capace di trasmettere ed elaborare informazioni emerse con maggiore chiarezza anche grazie alla ricerca della Dott.ssa Candace Pert, farmacologa e neuroscienziata, che in esso scoprì la presenza di neuropeptidi: piccole catene di amminoacidi prodotte dai neuroni che rappresentano una chiave per comprendere in che modo mente e corpo siano interconnessi e come le emozioni si possano manifestare in tutto il corpo.

Lo studio della Dott.ssa Pert ribaltò la concezione tradizionale secondo la quale le emozioni fossero elaborate esclusivamente dal sistema limbico del cervello sotto forma di segnali chimici. Studiando la distribuzione dei neuropeptidi e dei relativi recettori, si scoprì che esistevano molti altri punti nodali oltre al cervello coinvolti nella modulazione delle emozioni, definite come sofisticati segnali cellulari responsabili della trasformazione di informazioni biochimiche in esperienze sensoriali. 

Lungi dall’essere solo delle sostanze chimiche presenti nel cervello, le emozioni sono segnali elettrochimici che portano messaggi in tutto il corpo.

A livello culturale questa e successive ricerche hanno comportato un cambiamento di paradigma segnando la rivincita delle emozioni sugli aspetti razionali della nostra vita tanto che frasi come “non lasciare che le emozioni interferiscano con il giudizio”, “l’emozione distrugge il ragionamento” o “le decisioni più sagge scaturiscono da una mente fredda”, eloquenti dichiarazioni di superiorità dell’intelletto, appaiono oggi superate. Ciò che invece emerge è che alla base dell’intelligenza ci sarebbero proprio le emozioni che scaturiscono dalla fisiologia. Non solo, le emozioni, secondo la Dott.ssa Pert, sarebbero il nesso di unione tra corpo e mente, per cui sarebbe sempre più appropriato parlare di un’unica entità integrata corpo-mente. Poiché è pressoché impossibile distinguere biologicamente la mente dal cuore, è opportuno riconoscere il fatto che le funzioni cerebrali interagiscono e sono contemporaneamente influenzate dalle funzioni di altri centri cognitivi del corpo: il cuore e l’intestino. 

Il cuore inoltre agisce come ghiandola endocrina essendo coinvolto nella produzione di ormoni che influenzano le funzioni cerebrali. 

Tra i vari ormoni scoperti nel cuore forse quello più interessante è l’ossitocina anche noto come “l’ormone dell’amore”. L’ossitocina suscita sentimenti di calma e appagamento riducendo contemporaneamente ansia e paura. Originariamente si pensava che questo ormone venisse prodotto solo dalla ghiandola pituitaria durante l’allattamento per favorire il legame tra madre e figli. È invece emerso che l’ossitocina non aiuta solo madre e figli, ma ciascuno di noi ad entrare in relazione con qualcun altro essendo l’ormone che facilita il legame sociale. Il cuore quindi svolge un ruolo cruciale nel modo in cui interagiamo con altre persone e costruiamo rapporti sociali e professionali.  

Tutto ciò serve a ribadire che quanto più il cuore trasmette al resto del sistema corpo, in primis al cervello, un input stabile e regolare, tanto maggiori saranno l’energia e la chiarezza di pensiero e percezione che riusciremo a sviluppare.

Dal 1996 il Dott. Watkins studia come la variabilità del battito cardiaco condizioni considerevolmente l’energia che siamo in grado di usare, il modo in cui la usiamo e la capacità di recupero dopo uno sforzo osservando come, con la pratica, sia possibile trasformare un battito cardiaco irregolare e “sbilanciato” in una frequenza regolare e stabile che schiude un potenziale davvero sorprendente. 

Un segnale “caotico” proveniente dal cuore:

  • compromette la coscienza percettiva
  • riduce la chiarezza di pensiero
  • pregiudica la capacità di essere creativi
  • compromette l’abilità di risolvere problemi e di prendere decisioni efficaci

Un segnale regolare proveniente dal cuore:

  • migliora la chiarezza di pensiero
  • accresce la creatività
  • accelera la velocità di risposta 
  • facilita la capacità di ragionamento e il processo decisionale

Saper controllare la variabilità del proprio battito cardiaco diventa quindi un’abilità fondamentale non solo per dare il meglio di sé in un dato momento ma anche per sentirsi più energici ed entusiasti. Essendo un’abilità che viene con la pratica, chiunque può impararla e metterla a frutto.