Che cosa sono le collocazioni?

Ogni lingua naturale tende a formare delle combinazioni più o meno stabili di parole che ricorrono con una certa frequenza sia nello scritto sia nel parlato. Queste combinazioni si chiamano tecnicamente collocazioni. Esempi ne sono espressioni del tipo pay attention to, flatly contradict, commit a crime.

Le collocazioni sono un insieme vastissimo che non riguarda semplicemente il modo in cui un aggettivo si combina al sostantivo o come verbi e avverbi si usano in abbinata, ma che racchiude molteplici combinazioni di parole come ad esempio verbo + sostantivo (arouse someone’s interest, lead a seminar), avverbio + aggettivo (fundamentally different), avverbio + verbo (flatly contradict), sostantivo + sostantivo (a lick of paint, words of wisdom), ecc.

Può essere difficile per uno studente sapere quali parole collocano correttamente tra loro perché spesso e volentieri queste combinazioni non sono logiche né prevedibili. Infatti non c’è nessuna ragione apparente del perché si dica making friends anziché getting friends o heavy rain anziché hard rain. Si dice così e basta.

Oltre a sapere quali parole viaggiano bene assieme e quali invece no, studiando una lingua straniera vogliamo anche essere consapevoli di quanto l’uso di una certa collocazione sia adeguato al contesto. Se devo dire ad un amico o ad uno sconosciuto che è giunto il momento di scendere dall’autobus, non userò certo alight from the bus bensì get off the bus perché la prima espressione appartiene al registro formale e ufficiale mentre la seconda a quello informale e quotidiano.

Perché ha senso impararle?

Ci sono almeno 3 motivi tra loro strettamente correlati: il grado di naturalezza con cui mi esprimo, la padronanza del lessico e l’uso creativo della lingua.

Il primo riguarda la percezione del mio interlocutore. Quante più collocazioni conosco, tanto più naturale e accurato suonerà all’orecchio di un madrelingua il mio modo di esprimermi. Un inglese probabilmente capisce ciò che intendo se dico make a crime o se gli racconto che there was very hard rain this morning, ma il mio eloquio risulterà innaturale e potrebbe creare confusione. E noi non vogliamo confondere gli inglese, dico bene?

Quanto alla padronanza lessicale è facile intuire che la facilità e velocità con cui recupero dalla memoria l’esatta collocazione che mi serve in un determinato contesto sono segnali che indicano una certa capacità espressiva.

La conoscenza avanzata di una lingua ci dà la sicurezza di esprimerci con grande libertà magari usando qualche licenza poetica e giocando con le parole. Quando conosco gli schemi alla base delle collocazioni, posso pensare di modificarli a mio piacimento per stupire o divertire il mio interlocutore usando la lingua in modo creativo.

Collocazioni forti, fisse e deboli

Collocazioni forti

Si tratta ci collocazioni le cui componenti sono strettamente associate tra loro. L’aggettivo mitigating, ad esempio, si usa quasi esclusivamente con sostantivi quali circumstances e factors ed è tipico del linguaggio giuridico.

INGLESE ITALIANO
Mitigating circumstancesCircostanza attenuanti
Inclement weather was expectedEra previsto un tempo inclemente
I felt deliriously happyMi sentivo ebbro di felicità
The chairperson adjourned the meetingIl presidente ha sospeso la seduta.
COLLOCAZIONI FISSE

Dette anche espressioni idiomatiche, le collocazioni fisse si chiamano così per un motivo semplice: sono immutabili nella forma. Il che significa che la sequenza di parole che le compongono non può essere modificata. Make a mountain out of a molehill che si potrebbe tradurre come fare di una mosca un elefante ne è un esempio. A complicare le cose c’è il fatto che il loro significato non è deducibile dalla somma delle singole parole, ma va conosciuto a priori o, avendo già un po’ di familiarità con la lingua, interpretato dal contesto.

COLLOCAZIONI DEBOLI

Sono costituite da parole che si usano in combinazione con un ampia gamma di altre parole. Ne è un esempio l’aggettivo broad che troviamo in espressioni del tipo broad agreement, broad shoulders, broad avenue, a broad smile abbastanza prevedibili in quanto molto affini all’equivalente italiano. Broad si ritrova anche in collocazioni del tipo broad accent nel senso di forte, marcato e broad hint.

Al di là delle classificazioni da manuale, la cosa fondamentale da tenere a mente è che le collocazioni sono esempi di chunks lessicali: segmenti di informazioni tenuti insieme dal significato.

Prendiamo le lettere P-E-N-S-A-R-E e colleghiamole in un singolo frammento concettuale facile da ricordare: la parola PENSARE. 

Dietro le quinte di questo frammento solo apparentemente semplice, c’è un’orchestra di neuroni che suona all’unisono. La complessa attività neurale che collega numerossimi segmenti di informazioni tra loro e li sintetizza in pensieri astratti è alla base di tanta conoscenza linguistica, matematica, scientifica. 

Ad un livello elementare un chunk può essere un insieme di sillabe che forma una parola. A livelli di complessità superiori, un chunk può essere una locuzione, un frammento di frase, uno spezzone di dialogo e via così.

Negli ultimi anni è emerso con maggiore chiarezza il nesso tra la capacità di parlare correntemente una lingua e la disponibilità di chunks lessicali nel proprio bagaglio linguistico

La padronanza di una lingua non dipende tanto dalla conoscenza di un insieme di regole grammaticali e di singole parole quanto dalla capacità di accedere rapidamente ad un vasto repertorio di chunks lessicali, vale a dire, ciò che caratterizza l’abilità linguistica dei parlanti nativi di qualsiasi lingua.