How to turn Google into the most powerful outbound lead generation machine ever #asteriskSign

L’asterisco come un jolly che completa una stringa di ricerca. 

Alcuni motori di ricerca ci permettono di anteporre o posporre ad una parola un carattere speciale- normalmente un asterisco, ma può essere anche un punto interrogativo- che funge da segnaposto. 

A che che cosa serve questo carattere speciale? Vediamolo con un esempio:

Una richiesta di questo tipo moon*  restituisce vari risultati tra cui moons, moonlight, moonshot, ecc.

Questa tecnica si chiama stemming e ci aiuta a trovare le possibile varianti di una parola o le possibili occorrenze morfologiche di un termine. 

Google non prevede questa tecnica. Ciononostante ha in serbo qualcosa di ancora più utile.

A cosa serve il jolly in Google e come si usa?

Google supporta l’uso dell’asterisco come jolly per sostituire parole complete, anziché pezzi di parola come fanno altri motori di ricerca. 

Se da un lato non è possibile inserire il jolly per completare parte di una parola, dall’altro lo stesso jolly ci permette di aggiustare la ricerca con un tocco di originalità.

Torno a mettermi nei panni di un commerciale estero che ha il compito di sviluppare nuovi canali commerciali per un’azienda produttrice di attrezzature per la ristorazione professionale. 

Lancio questa stringa di ricerca:

maquinaria * inurl:hosteleria site:es

Con questa richiesta Google individua le possibili stringhe di ricerca  maquinaria * all’interno di pagine web il cui URL  contenga la parola hosteleria limitando i risultati al dominio nazionale spagnolo. 

Osservando i risultati, noterete che i termini in grassetto compongono la nostra stringa di ricerca. 

L’esempio potrà anche essere banale perché in questo caso l’asterisco, oltre ad aggiungere una semplice preposizione (de/para) al termine di ricerca, non apporta informazioni che fanno la differenza. 

Tuttavia ci possono essere dei casi in l’asterisco ci torna utile.

  1. Superare il limite di ricerca di Google


Se usiamo le virgolette perché vogliamo mantenere l’ordine dei termini, Google ammette stringhe di ricerca aventi una lunghezza massima di 10 elementi. Usando l’asterisco come jolly, riusciamo ad aggirare questo limite.

  1. Controllare la frequenza di certe espressioni chiave


Posso velocemente identificare il numero di possibili potenziali clienti da contattare all’interno di qualsiasi nicchia di mercato su base nazionale. Se in un paese la ricerca mi restituisce pochi candidati, posso decidere di cercare altrove risparmiando tempo e fatica. 

  1. Colmare dei vuoti di memoria

Sebbene non strettamente “business-related”, l’uso del jolly può tornarci utile quando vogliamo sapere se una certa espressione può essere usata o meno con un cliente o se è appropriata al contesto comunicativo.  

Tornando all’esempio del commerciale estero, ho in mente un’espressione in spagnolo che non riesco a ricordare nella sua interezza o il cui ambito di utilizzo non mi è del tutto chiaro. 

Ipotizziamo che di questa espressione non ricordi la fine. Mi faccio aiutare da Google.

“no está el horno para *” site:es

Qual è la parola che ricorre più frequentemente al posto dell’asterisco? 

Questo semplice stratagemma ci permette di verificare la frequenza d’uso non solo di singole parole ma anche di intere espressioni all’interno dei rispettivi contesti. 

Io non ne sottovaluterei l’utilità anche per imparare una lingua straniera. Ma qui si aprirebbe un altro capitolo. 

Ricordate che un asterisco sostituisce una parole, due asterischi sostituiscono due parole e così via.