Imparare una lingua straniera da adulto autodidatta vuol dire anche essere capace di definire con precisione con quale livello di difficoltà mi devo confrontare in qualunque momento del percorso di apprendimento. Ciò significa che se ho già un’infarinatura di tedesco, ad esempio, non ha molto senso investire tempo ed energie per ripassare il lessico di base o concetti di grammatica che già conosco. Sebbene un certo tipo di ripasso sia necessario ad intervalli regolari, il beneficio che ne traggo tende a diminuire mano a mano che mi avvicino al momento in cui studiare cose che già conosco non è più proficuo. D’altro canto, la mia competenza di base non mi permette di passare alla padronanza di argomenti grammaticali o lessicali avanzati senza l’aiuto di una guida. Quindi, ad ogni tappa del percorso di apprendimento ci saranno argomenti adeguati al mio livello.
La sfida dello studente adulto è proprio quella di individuare quello spazio tra ciò che si è già in grado di fare in autonomia e ciò che invece ancora non si conosce o non si è capaci di fare se non aiutati da un insegnante. Questo spazio ha diversi nomi, ma forse quello più famoso è stato attribuito dallo psicologo russo Lev Vygotsky che all’inizio degli anni ‘30 coniò il termine “zona di sviluppo prossimale” per definire la distanza tra il livello di competenza attuale e il livello di competenza potenziale che può essere raggiunto con l’ausilio di una persona più esperta dello studente. In sintesi, impariamo in modo efficiente da chi ha un livello di conoscenza e competenza superiore al nostro. E fin qui nulla di sorprendente. L’aspetto interessante è come si mette in pratica questo concetto.
L’insegnante dovrebbe proporre allo studente problemi ed argomenti di livello leggermente superiore alle sue attuali capacità, ma sufficientemente semplici da risultargli comprensibili: è questo lo spazio in cui lo studente può estendere le proprie competenze grazie ad un aiuto esterno (la zona di sviluppo prossimale, appunto).
Grazie a questo approccio, il mio attuale livello di competenza si amplia arrivando ad includere quella che in precedenza era la zona di sviluppo prossimale; in altre parole, sono ora autonomamente in grado di comprendere testi o usare certe strutture grammaticali che prima non sapevo interpretare o non conoscevo.
A questo punto, all’esterno della zona di sviluppo attuale si crea una nuova zona di sviluppo prossimale che mi indicherà il successivo livello di difficoltà a cui puntare. Si tratta di un processo iterativo che dovrebbe permettere allo studente di vivere un’esperienza di apprendimento efficace e gratificante senza la frustrazione del fallimento.