Lavorando con gruppi di dirigenti di diverse aziende, il Dott. Alan Watkins riporta una considerazione curiosa che scaturisce dalla seguente domanda: “se doveste valutare quanto siete intelligenti, abili e produttivi in percentuale al vostro potenziale, cosa mi direste?” Le risposte vanno dal più cauto 65% al più audace 85%.
C’è un problema di fondo con queste cifre: sono inconsapevolmente incomplete perché non tengono in considerazione il fattore differenziazione. Sulla base di quanto ci dicono le neuroscienze da cinquant’anni a questa parte, Alan Watkins sostiene che la maggior parte di noi si attesti verosimilmente al 9/10% del nostro potenziale reale. Al di là delle farneticazioni pseudoscientifiche che ruotano attorno al potenziale nascosto del cervello umano e ai modi improbabili per sfruttarlo al massimo- non è questo il contenuto del libro di cui parlo, né tantomeno argomento di mio interesse- ci sono validi motivi per pensare che la stima del Dottor Watkins sia attendibile. La seguente immagine vale più di molte parole.
Se la qualità del nostro operato è profondamente condizionata da tutto ciò che non si vede- ciò che sta sotto la linea dell’acqua- e se, come molto spesso accade, non ne siamo consapevoli, allora è chiaro che non saremo in grado di attingere a piene mani al nostro potenziale perché 1) non sappiamo da dove scaturisca e 2) non sappiamo come controllarlo adeguatamente.
Il restante 91% di questa vastissima riserva di energie e risorse non sfruttate deriva dalla capacità di sviluppare coerenza innanzitutto a livello fisiologico e poi, a cascata, a livello emotivo, a livello percettivo e a livello cognitivo fino ad arrivare alla coerenza nel comportamento e nelle azioni.
Se valutiamo il nostro operato e le nostre capacità limitandoci a considerare la parte visibile, quella che fuoriesce dall’acqua, allora non c’è da meravigliarsi se pensiamo di aver quasi raggiunto la vetta del nostro potenziale. Se invece arriviamo ad interiorizzare tutta quella parte nascosta al di sotto della linea dell’acqua, allora ci rendiamo conto della vastità e della potenza delle risorse che abbiamo a disposizione.
Il concetto della leadership illuminata può dunque cambiare radicalmente il modo in cui oggi si fa impresa, si fa politica, si costruiscono relazioni e si contribuisce alla crescita di una comunità perché da un lato spiega l’esito delle nostre azioni in un’ottica completamente nuova e dall’altro fornisce le abilità necessarie a liberare il nostro potenziale sulla base di otto linee di sviluppo.
Queste otto linee di sviluppo spiegano il motivo per cui tendiamo a sottostimare il nostro potenziale. Se infatti esistono otto linee di sviluppo, ci sono otto diversi parametri su cui possiamo valutare la qualità del nostro agire. La chiave sta nel differenziare i fattori che concorrono a determinare i risultati di una qualsiasi azione perché un conto è valutarsi al 75% del proprio potenziale su base 100, ben diverso è considerare il 75 come percentuale di 800, il che equivale ad un mero 9,375%- considerevolmente inferiore al 75 come percentuale di 100.
Anziché far confluire tutti i fattori che determinano la qualità di una prestazione in un’unica linea di sviluppo, un unico contenitore, Alan Watkins propone un modello di otto linee di sviluppo molto più coerente e verosimile rispetto a ciò che accade effettivamente.
Passare da base 100 a 800 significa espandere la consapevolezza del nostro potenziale reale e avere gli strumenti per capire dove c’è margine di miglioramento. Un ulteriore aspetto sul quale il Dott. Watkins ci invita a riflettere è questo: non diamo per scontato che lo sviluppo sia lineare e automatico né che le diverse linee di sviluppo siano tra loro identiche. Non è così, perché se lo sviluppo dall’infanzia all’età adulta è un processo automatico e lineare, il passaggio dall’essere adulto alla maturità adulta richiede uno sforzo deliberato che comporta un salto di qualità nella propria consapevolezza percettiva. La vera magia si manifesta quando si è in grado di distinguere le otto linee di sviluppo e riconoscerne l’effettivo peso specifico nella qualità di ciò che facciamo. Delle otto linee di sviluppo, quella dell’energia e quella delle emozioni sono particolarmente importanti perché se trascurate compromettono inesorabilmente la riuscita del nostro operato. Viceversa, se impariamo a padroneggiarle- è questo l’obiettivo dei prossimi articoli- il ritorno che ne avremo in termini di energia, salute, felicità, abilità cognitive e autorevolezza non potrà che sorprenderci.